Amici e nemici

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Amici e nemiciAmici e nemiciGiampaolo Spinato; Fazi 2004WorldCatLibraryThingGoogle BooksBookFinder 

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“Sfida che soltanto Giampaolo Spinato e Marco Baliani hanno affrontato…”
Demetrio Paolin"Una tragedia negata"

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«Come può esserci futuro
senza un sogno?»
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La mattina del 16 marzo 1978, in via Fani, a Roma, un commando brigatista sequestra il Presidente del partito di maggioranza relativa e fa strage della scorta. Dalla prima, sconvolgente notizia dell’attentato alla conclusione del sequestro, tutto il Paese segue con angoscia e sentimenti contrapposti l’evolversi degli eventi. Ma accanto ai fatti manifesti, dall’immediato, intransigente compattamento del Parlamento e dei partiti, all’alternarsi di plateali, falsi allarmi con stravaganti e vane attività investigative, fino alla solenne supplica del Papa per la liberazione “senza condizioni” dell’ostaggio, si dipana una sottile e fitta trama di eventi drammatici di vaste e forse ancora non del tutto dicibili implicazioni. Uno degli appartenenti al gruppo di fuoco (Sebastiano, nome di battaglia Comandante Leto), rimasto ferito nell’agguato, è a sua volta fatto prigioniero da un sanguinario personaggio appartenente all’eversione neofascista. Significative coincidenze apparentano i drammi personali e collettivi che vanno consumandosi durante i due sequestri paralleli. Dietro lo schermo, spesso ipocrita, delle dichiarazioni pubbliche e l’esibizione di forza delle istituzioni, il rapimento dello statista, apparentemente sotto gli occhi di tutti attraverso le cronache di giornali, radio e televisioni, sarà in realtà teatro di manovre ricattatorie e ciniche per il potere. L’altro, quello del “rivoluzionario” ostaggio di un “terrorista nero”, farneticante e inaffidabile braccio armato di poteri occulti che cercano di perpetuarsi con la strategia della tensione e col terrore, verrà cancellato dalla storia assieme ai suoi protagonisti. E, sullo sfondo di una tragedia che alla dignità, al dolore o alla follia di vittime e carnefici non risparmia l’ignominia macabra dei maneggi di potere più avvilenti, compaiono i “ragazzi”. Confusi, ignari delle trame non palesi ma illuminati dall’intuito dei loro slanci acerbi, Telonius, Irene e tutti i loro giovani coetanei che l’ideologia vorrebbe dividere in fazioni, ascoltano, vivono e per la prima volta amano, concependo meglio e prima di chiunque altro che non c’è futuro senza un sogno.