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di Pietro
II I N dell’Istituto Professionale “Pacinotti” di Pistoia – anno scolastico 2004-2005

[Racconto scritto nel corso del laboratorio La storia mia più bella e letto durante lo studio – dimostrazione II IN CHE CLASSE!].

IL MONACO

Il sole splende alto nel cielo illuminando un tempio antico, rovinato da passate battaglie furiose, terrore, urla, massacri e incendi. Adesso è un luogo di pace, tranquillità, senza i rumori di quell’epoca di decadenza. C’è calma, serenità, dove stormi di uccelli planano su una candida foresta che circonda completamente il tempio.
Io sono all’interno di quel luogo sacro a pregare insieme a una decina di monaci vestiti con una tunica bianca, come me.
La mia attenzione è concentrata verso un monaco anziano in cima a una scalinata, ai suoi movimenti dolci, regolari, armoniosi e lenti, di un’arte tanto a me sconosciuta quanto antica.
Ho un desiderio tremendo di conoscere, imparare e applicare quei movimenti soavi.
Ma non credo che quel maestro abbia intenzione d’insegnare ad un allievo come me, arrivato da poco, un po’ ribelle e interessato solo alle arti marziali.
Da piccolo, dieci anni fa, quando avevo sette anni, cercavo di difendermi dai prepotenti che facevano di tutto per picchiare i ragazzi più piccoli di loro, ma ogni volta, come altri, tornavo al tempio con lividi e ferite. Non piangevo, perché sapevo di fare il loro gioco, ma nemmeno cercavo di fargli male perché comprendevo che il giorno dopo gli stessi ragazzi sarebbero tornati a darmi noia.
Nel trascorrere degli anni ho capito che mi ero stufato di essere un debole, di subire sempre, senza reagire mai. Così decisi di chiedere aiuto ad un mio amico, precisamente al mio unico amico, che mi riempì di sicurezza, aggressività e sentimenti a me prima sconosciuti.
Ma questo a me non bastava.
Cercavo qualche cosa che non comprendevo perfettamente, ma vedendo quell’espressione del monaco anziano, adesso, avevo trovato ciò di cui avevo necessariamente bisogno: grinta e convinzione.
Allora presi una decisione.
Misi da parte le mie preoccupazioni e tirai fuori le componenti essenziali per alzarmi, fuggire dal mio dovere e dirigermi dal monaco anziano per seguirlo in quei movimenti.
Il monaco mi fissò per breve tempo e mi disse:
– Hai seguito ogni giorno i miei movimenti, vediamo cosa sai fare.
Così esclamando mi fece cenno di precederlo con tutto il gruppo di monaci alle spalle.

Pietro

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