17.01.1988
La Repubblica
Mario Sculatti
Lo spettacolo di Spinato al Litta
Ma anche via radio nascono sentimenti
di Mario Sculatti
Un grande spazio rettangolare suddiviso da due file di copertoni da camion (i sedili per gli spettatori) e pochi segni qua e là : una motocicletta al centro, ai lati una panchina e un bidone per la spazzatura. Alle due estremità del percorso centrale, una parete-schermo bianca con un televisore, un ponteggio e, all’opposto, una scrivania con un radiotelefono.
E’ l’orizzonte su cui si ambienta Motoradiofaxi il primo spettacolo della rassegna “Punto di fuga” presentato nel cartellone del Teatro Litta, in programma da domani a mercoledi. Benché ci si trovi nel foyer di un nobilissimo teatro, lo spazio disadorno e i pochi oggetti di scena in un primo momento fanno pensare di essere alle prese col teatro off, di ricerca, di cantina come quello che usava anni fa.
Il nome stesso che si è dato il gruppo di lavoro, Futura Corporation, fa pensare all’intenzione di rifare il teatro, da capo. Aspirazione inevitabile trattandosi di giovani (quasi tutti under 25), che si trovano ad operare in totale assenza di strutture organizzative e spaziali, dentro margini economici soffocanti.
A dar voce a queste nuove energie in rassegna ci prova Motoradiotaxi, primo spettacolo dei tre in cartellone. Giampaolo Spinato che è l’autore del testo. Cristina Pezzoli che ha curato la regia. Pietro Farneti e Paola Salvi che ne sono gli interpreti, al debutto, hanno proposto uno spettacolo interessante che ha convinto il pubblico.
Tutto calato nella contemporaneità, il lavoro di Spinato prevede due soli personaggi: Lui, Messaggero Delta Uno (un pony express) e Lei, la Centrale che dà ordini al radiotelefono. Tra i due si instaura ben presto un dialogo che cerca quasi disperatamente di sovrastare il ritmo alienante dei messaggi, per farsi via via desiderio di conoscenza dell’altro. Ma le cose cambiano quando dal dialogo a distanza si arriva all’incontro faccia a faccia, corpo a corpo.
Dopo le prime tenerezze, i piccoli giochi di corteggiamento, l’amore fatto con foga (e col preservativo), rovesciati di traverso su una poltrona, gli incontri al parco su panchine sporche a disegnare case e alberi infiniti coi gessctti colorati dell’infanzia, tutto, poco alla volta, si trasforma. L’impatto con la realtà delle reciproche nevrosi, le prime incomprensioni, le estreme esplosioni di rabbia rompono l’incantesimo.
A contatto con la realtà, una realtà alienante, il sogno si sfalda e di loro non restano che due impronte come di pupazzi fatti della stoffa dei loro stessi vestiti di cui si sono liberati come da una maschera. E la radio continua a chiamare… Costruito su brevi frammenti Motoradiotaxi intreccia con leggerezza i due piani complessi del reale e dell’immaginario, costruendo una metafora poetica, delicata e insieme dura e amara.
Repliche domani 18 gennaio, ore 21,15; martedì 19 e mercoledì 20 gennaio, ore 18. Biglietto a posto unico: serali lire 10.000, pomeridiane 8.000.