#REFERENDUM: LE STORIE CHE RACCONTIAMO CI CHIEDONO IL CONTO (Qualcuno glielo dica anche a IL Renzi)
Comincia a non dispiacermi quest’esperienza dal sapore appena appena precocemente senile, o allegramente dissociativa, di svegliarmi al mattino e rendermi conto di aver già dialogato in un passato più o meno remoto con qualcuno che non conoscevo. Questo pezzo scritto per Linus (lo storico mensile) nel 2008, per esempio, sembra l’impertinente ammonimento che potrei avere rivolto a un IL Renzi Matteo qualsiasi nel corso di un casting per l’allestimento della sua fantasiosa e brillante squadra di storyteller (meglio però sarebbe dire storyseller). Che quel colloquio di lavoro sia andato malissimo lo sa bene il mio conto corrente (e il dentista e il commercialista e l’amministratore di condominio). Ma i conti in sospeso da cui si deduce se uno è vincente o perdente di solito non hanno a che fare coi soldi, ma con le storie, quelle che racconta e quelle che è disposto a seguire. Per quello che mi riguarda, essendo a tutt’oggi totalmente impegnato, coi miei pregi e difetti, a non usarle per vendere, vale a dire a non piegarle ad altre esigenze che non sia il loro semplice accendere i sensi, se escludo quelle non sempre veritiere che qualche volta ciascuno racconta a se stesso, sono certo di non dovermi guardare le spalle da una qualche storia che stia meditando la propria vendetta. Io. Altri (uno a caso) non so. (
Sul numero di novembre di LINUS: Anche l’economia è un racconto Non si può barare con le storie, perché poi i conti non tornano di Giampaolo Spinato Ma la nostra banca non doveva essere […]
Source: Anche l’economia è un racconto –
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— Giampaolo Spinato (@GPS_SPINATO) 27 gennaio 2017
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