Gli oggetti di alcuni fraintendimenti grandiosi– studio dimostrazione dal laboratorio La storia mia più bella – Pistoia 2005
Ore 21.00 dello scorso 19 Aprile, dietro le quinte del teatro Manzoni si sentono strilli, mormorii, chi si agita per il trucco, chi per le scarpe, un urlo più forte degli altri richiama la nostra attenzione è Giampaolo:
– Ragazzi tra dieci minuti vi voglio tutti dietro al palco, dobbiamo fare una cosa…
Ora siamo tutti sdraiati, ad occhi chiusi in un silenzio totale, dove le sue parole avrebbero dovuto cullarci, come le onde del mare, avrebbero dovuto rilassarci e non farci pensare a niente…
Quanta strada abbiamo fatto prima di arrivare a questo punto, pensare che la prima volta che ci siamo visti abbiamo discusso per ben due ore sul significato della sigla “ERICA” ed è stato strano come ogni incontro con Giampaolo fosse diverso dagli altri, come in sole tre settimane è riuscito a farci crescere ripetendoci sempre che la cosa più importante era fidarsi degli altri (in questo caso di lui) e di noi stessi. Devo ammettere che all’inizio è stato difficile, non riuscivamo a capire perché fosse tanto importante fare dei versi strani con la bocca o saltare di qua e di là come scimmie, tanti di noi si vergognavano, non hanno avuto il “coraggio” di lasciarsi andare e fidarsi di lui e si sono ritirati dal corso. Altri hanno continuato; un giorno uscivamo arrabbiati con noi stessi per aver partecipato al laboratorio, altre volte con quel signore di mezza età che non riuscivamo proprio a capire, un altro giorno ancora eravamo più soddisfatti o almeno ci convincevamo del fatto che stava andando tutto bene. L’unico che è rimasto apparentemente sempre tranquillo è stato Giampaolo, che anche quando gli siamo andati tutti contro per il suo modo di lavorare ha continuato a ripetere il suo motto: “Fidatevi di me!”