Un teatro giovane dopo e contro l’ex teatro giovane

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10.01.1988
La Repubblica
Mario Sculatti

Da domani al Litta una rassegna con tre lavori di debuttanti

Un teatro giovane
dopo e contro
l’ex teatro giovane

di Mario Sculatti

Si chiama Futura Corporation il gruppo di giovani autori, attori, registi, scenografi, organizzatori, età media 25 anni, che da domani (ore 2 1.15) al 24 febbraio propone al Teatro Litta di corso Magenta tre novità raccolte sotto un unico denominatore “Punto di fuga”. Ne parliamo con Cristina Pezzoli, regista di Motoradiotaxi di Giampaolo Spinato, il primo dei tre testi della rassegna (gli altri sono: La tigre del gusto di Gianfrancesco Turano e Il delitto dell’insegnante di matematica di Clarice Lispector nell’adattamento di Claudia Botta).

Come nasce questo gruppo?

“Futura Corporation nasce da un comune bisogno di spazio dove fare teatro fuori dai soffocanti meccanismi dei circuiti tradizionali. Si tratta di creare una struttura che dia la possibilità a giovani che mancano ancora di esperienza di esprimere le loro potenzialità nel teatro: siano essi autori, attori, registi, ma anche scenografi. musicisti, tecnici in genere”.

Qual è il vostro metodo di lavoro?

“Intanto premettiamo che ci sentiamo lontani da quel teatro creato dalla generazione dei trenta-quarantenni, da gruppi come, ad esempio, Falso Movimento o il Collettivo di Parma, perché ci sembra che ormai utilizzino un linguaggio codificato anche attraverso un lavoro di sempre maggior recupero del testo e della parola, riproponendo ricerche formali sofisticate e manieristiche”.

Se queste sono le premesse, come ha lavorato lei, su Motoradiotaxi?

“Per noi la costruzione dello spettacolo è un lavoro collettivo e un testo come
questo di Giampaolo Spinato viene verificato volta a volta sulla scena, tenendo conto degli spazi a disposizione e dell’apporto di improvvisazione degli attori. Per Motoradiornxi abbiamo lavorato in uno spazio non tradizionale, nel foyer del Litta, l’unico che avevamo a disposizione. Questo ci ha costretto a cercare soluzioni diverse allo spettacolo”.

Il testo di Spinato si presta a questo lavoro di improvvisazione?

“Siamo partiti dai personaggi che lui ha inventato per costruire insieme con gli attori il ‘romanzo’, il sottotesto. Ne è uscito uno spettacolo che ha un’andatura cinematografica dove dal realismo iniziale si passa all’iperrealismo fino ad arrivare a una sorta di astrazione verso percezioni piu soggettive”.

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