Un giorno di scuola

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di Walter
II I N dell’Istituto Professionale “Pacinotti” di Pistoia – anno scolastico 2004-2005

[Racconto scritto nel corso del laboratorio La storia mia più bella e letto durante lo studio – dimostrazione II IN CHE CLASSE!].

UN GIORNO DI SCUOLA

Sono le 7:00 del mattino.
La luce di camera mia mi arriva agli occhi e già capisco che è ora di alzarsi.
Arriva mia madre e con la sua voce chiama il mio nome:
– Walter, sono le sette! Alzati!
Io faccio finta di non sentire e quindi continuo a dormire.
Passano cinque minuti e ancora una volta risuona quella voce nelle mie orecchie e li capisco che è davvero l’ora di alzarsi.
Mi aspetto ancora una giornata di merda su quella sedia ad ascoltare la lezione dei prof. Vado in bagno ma non ho la forza di lavarmi per colpa del sonno.
Guardo però l’orologio e vedo che sono già le 7:40.
Spalanco gli occhi e faccio tutto di fretta finché non sono pronto.
Saluto mia madre e salgo in macchina, l’ultimo luogo dove posso rilassarmi prima di entrare a scuola. Durante il tragitto trovo come al solito del traffico e spero che duri infinitamente. Ho voglia di dormire.
Davanti alla scuola sono già le 8:05.
Salgo le scale che faccio ormai da un anno e mezzo e trovo la prof. già in classe.
La prof di italiano.
Oh! Quella è l’ora che mi piace di più dove posso dormire e fare casino anche se non mi è permesso.
La lezione inizia, c’è silenzio perché siamo tutti ancora un po’ assonnati. Ma so già che tra pochi minuti ci sarà il putiferio.
Durante la lezione, dopo circa trenta minuti, si sente qualche urlo e si vede anche qualcuno che fa lo stupido. Da lì capisco che è arrivato il momento di fare casino. Volano urli, fischi, oggetti volanti da una parte all’altra della classe.
La prof di italiano comincia a impazzire, non riesce a tenerci a bada. Tutto questo avviene nelle prime due ore. E’ quasi l’inizio della terza e penso:
– Cazzo! Da ora cominciano 4 ore di elettronica.
Le prime due possono essere rilassanti, facciamo circuiti, ma le altre due facciamo tecnica professionale, la noia totale.
Le prime due ore lavoro sul circuito fino al suono della campanella. Che noia, il tempo sembrava non passare mai, ma adesso passerà ancora più lentamente sapendo che c’è tecnica professionale. Sicuramente il prof. durante la lezione mi dirà:
– Buon divertimento, Sciarra!
Ci metterei ma mano sul fuoco. Io e i miei compagni ci dirigiamo dal laboratorio in classe.
Mi metto a sedere con la testa appoggiata sul banco aspettando l’inizio dell’ora infernale. Neanche il tempo che tutti entrano in classe e … eccolo sulla porta che grida:
– Cancellate la lavagna forza!
Lì penso tante cose che non potrei dire ad esempio: ma perché la lavagna non se la pulisce lui? Le mani cosa gliele hanno fatte a fare?
Sto zitto tanto so che mi caccerei nei guai. Di quella materia non ci capisco veramente un cazzo e durante l’ora pur di passare il tempo comincio a giocherellare. Ditemi voi: come posso riuscire a capire una spiegazione con degli esempi come aste di prosciutti, macchinine, donne belle, brutte, sbarre di ferro e un mega ditone?
Tutto questo esce dalla sua bocca ignaro che gli alunni possano non capire un tubo.

Walter

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