Il cuore rovesciato

Il cuore rovesciato

Il Cuore Rovesciato – Telonius I
A vent’anni dalla prima uscita, dall’8 gennaio 2019 di nuovo disponibile il Premio Selezione Campiello 1999


ACQUISTA: EBOOKCARTACEO

«Perché da sempre, qui come dovunque,
la gente era disposta 
a non sapere, a inventarsi mostri
pur di non vedere le colpe 
dei migliori tra i suoi figli, perché
sarebbe stato come 
guardare in faccia loro stessi e i propri errori».

A vent’anni dall’inaugurazione della nuova Sis, Scrittori italiani e stranieri (collana Mondadori), torna Il cuore rovesciato, primo libro del progetto Telonius, pentalogia sull’Italia dagli Anni Sessanta a oggi.

Premio Selezione Campiello 1999 e Finalista al Premio Alassio “Un Autore per l’Europa” nello stesso anno. Edizione integralmente rivista dall’autore, insieme ad altre parti inedite contiene anche la “Canzone in odio e in lode di un Paese” e la Postfazione di Massimo Onofri.


Presentazione

Visto con gli occhi di un bambino il mondo appare trasfigurato: fiocchi di neve cadono come ostie sulla punta della lingua da universi inesauribili scomposti e ricomposti in un meraviglioso ploriferare di scatole cinesi, e il «coniglio nudo» del pranzo di Natale raggomitolato nella mangiatoia al posto di Gesù Bambino prefigura l’Agnello Pa­squale. Dai camini esalano creature terribili e filamentose che vagano sui tetti e, come in certe fantastiche cosmogonie primitive, l’abbaiare di cani-fratelli nella notte è una lingua misteriosa da decrittare. I genitori, come tutti i “grandi”, faticano a seguire la sen­sibilità infantile che ne smaschera i segreti. I rimorsi degli adulti si snudano nel ricongiungimento onirico con il dolore e la privazione primigeni che vi sono contenuti. Intimo e magico come a volte sa essere il ricordo di antiche cicatrici, lo sfondo in cui si ambienta la storia di “Gianpaolo con la enne” e del “comandante Seba” – e delle loro madri, di natali e classi differenti – attraversa gli Anni Sessanta e la periferia della metropoli (Milano) punteggiata dalle ciminiere della Snia Viscosa, della Tonolli, della Metalli Preziosi, tra Varedo, Sesto e Meda, in mezzo agli operai dell’Alfa e della Breda. Tutti nomi di un’industria favolosa cresciuta per generazioni tra città e campagna prima, molto prima che appetiti speculatori erodessero l’archeologica coabitazione di cascine, campi, verde e aziende tessili, chimiche, metalmeccaniche in cui si imbastardivano dialetti, classi e lingue di ogni provenienza. Per accompagnare un’epoca ci vuole sempre una lingua nuova, e la magia tenera, inquieta, dei piccoli protagonisti ne inventa una capace di dar forma e prospettiva a una trasformazione piena di lusinghe e contraddizioni, quella del famoso Boom Economico e del miracolo italiano. E, inseguendo i loro giochi, le loro fulminanti esplorazioni, una scrittura ricettiva e sinuosa ne scolpisce le invenzioni, snodando insieme a loro il groviglio di speranze e sogni che riceveranno in dote, insieme al rimosso del segreto più bruciante.

I pareri della critica

“Una penna a punta fine” – Enzo Siciliano, La Repubblica

“Suggestivo per la sua lettura del mondo” – Gianfranco Ravasi, Avvenire

“Uno sguardo che allucina, disossa, scarnifica” – Enzo Di Mauro, D di Repubblica

“Un autore dal polso narrativo sicuro e naturale” – Ermanno Paccagnini, Il Sole 24 Ore

“Coro di voci trasognate, urlanti, bisbiglianti…” – Luca Doninelli, Il Giornale

“Sensibile nel registrare i trasalimenti di un mondo che cambia” – Giovanni Pacchiano, Corriere della sera

“I bambini incalzano con la loro lingua immaginosa e gli adulti rispondono con quella più roca della cognizione del dolore” – Franco Brevini, Panorama

“Il bambino Gianpaolo è di quelli che si interrogano, allacciano fili invisibili agli adulti, e riescono a capire, attraverso le misteriose vie dell’intuito…” – Maria Vittoria Vittori, L’Indice


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Il Cuore Rovesciato – Telonius I https://buff.ly/2Td9vvX «Da sempre, qui come dovunque, la gente era disposta a non sapere, a inventarsi mostri pur di non vedere le colpe dei migliori tra i suoi figli, perché sarebbe stato come guardare in faccia loro stessi e i propri errori». A vent’anni dalla prima uscita, torna disponibile in libreria “Il cuore rovesciato”, primo libro del progetto Telonius, che inaugurò la nuova Sis (Scrittori italiani e stranieri, collana Mondadori). Premio Selezione Campiello 1999 e Finalista al Premio Alassio “Un Autore per l’Europa” nello stesso anno, la nuova edizione contiene l’inedita “Canzone in odio e in lode di un Paese” e una postfazione di Massimo Onofri.

Un post condiviso da GiampaoloSpinato.it (@giampaolospinato) in data:


“Suggestivo per la sua lettura del mondo attraverso gli occhi – molto più acuti e liberi di quelli degli adulti – di un bambino”.
Gianfranco RavasiAvvenire


Rassegna stampa completa

Amoroso, G. 2002. Le sviste dell’ombra. Nuova Iride 1. Rubbettino. http://books.google.it/books?id=PRddAAAAMAAJ. Cite
Lacava, C. 2000. “Formidabile quel Natale!” Io Donna, 2000. Cite
Bartucci, A. 2000. “Ideale e reale, insieme per romanzo.” Il Cittadino, 2000. Cite
“Il cuore rovesciato.” 1999. Premio Campiello 1999 - Palazzo Ducale, Venezia. Cerimonia di Premiazione - Diretta RaiUno. Rai Uno. Cite
Righetti, Donata. 1999. “Maria Corti: ‘Critici lamentosi, imparate a riflettere sui libri.’” Corriere della sera, September 18, 1999. http://archiviostorico.corriere.it/1999/settembre/18/Maria_Corti_Critici_lamentosi_imparate_co_0_9909185140.shtml. Cite
sr., r. 1999. “Maggiani e Laterza conquistano Alassio.” La Stampa, September 4, 1999. Cite
Corriere della sera. 1999. “Maurizio Maggiani vince l’ ‘Alassio,’” August 26, 1999. Cite
sr., r. 1999. “Letteratura di casa ad Alassio e Finale.” La Stampa, August 4, 1999. Cite
Arachi, Alessandra. 1999. “Campiello, premio alla carriera per Maria Corti.” Corriere della sera, July 24, 1999. http://archiviostorico.corriere.it/1999/luglio/24/CAMPIELLO_PREMIO_ALLA_CARRIERA_PER_co_0_9907244260.shtml. Cite
La Stampa. 1999. “Weekend con sagre e teatro,” July 24, 1999. Cite
sr., r. 1999. “Lodoli apre ad Alassio la passerella degli autori.” La Stampa, July 10, 1999. Cite
sr., r. 1999. “Libri ad Alassio, sei i finalisti.” La Stampa, June 12, 1999. Cite
Orengo, N. 1999. “Altro che premi.” La Stampa - Tuttolibri, June. Cite
sr., r. 1999. “I primi quindici finalisti europei.” La Stampa, April 13, 1999. Cite
Altarocca, C. 1999. “Sofocle e la bambina.” La Stampa, February 6, 1999. Cite
O., E. 1999. “La realtà negli occhi di ‘Gianpaolo.’” Città Nostra, 1999. Cite
La Calderina. 1999. “La vera battaglia, oggi, è ritrovare se stessi,” 1999. Cite
Vittori, M. 1999. “Romanzo dell’impatto emotivo.” L’Indice. http://www.giampaolospinato.it/img/pressbook/1999_10_01_INDICE.pdf. Cite
Cossia Castiglioni, M. 1999. “Il cuore rovesciato (Rubrica ‘Cos’altro c’è da leggere’).” Milano Finanza. http://www.giampaolospinato.it/img/pressbook/1999_10_23_MILANO_FINANZA.pdf. Cite
Righetti, D. 1999. “L’isola di Rea ha stregato il Campiello.” Corriere della sera, 1999. http://archiviostorico.corriere.it/1999/settembre/19/isola_Rea_stregato_Campiello_co_0_9909195023.shtml. Cite
“Tg Generation.” 1999. Tg Generation. Televisione Satellitare. Cite
Brambilla, C. 1999. “Vince Rea con la sua isola misteriosa.” La Repubblica, 1999. http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/09/19/vince-rea-con-la-sua-isola-misteriosa.html. Cite
Filippini, G. 1999. “I bambini ci insegnano a ricreare il mondo.” L’Arena, 1999. http://www.giampaolospinato.it/img/pressbook/1999_09_03_ARENA.pdf. Cite
La Repubblica. 1999. “Ermanno Rea e la Vinci tra i finalisti del Campiello,” 1999. http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/06/06/ermanno-rea-la-vinci-tra-finalisti-del.html. Cite
Il Giorno. 1999. “Una ‘dark lady’ al Campiello,” 1999. Cite
Paccagnini, E. 1999. “Due o tre cose una scialba cinquina.” Il Sole 24 Ore, 1999. Cite
Ravasi, G. 1999. “Bambini.” Avvenire, 1999. http://www.giampaolospinato.it/img/pressbook/1999_06_02_AVVENIRE.pdf. Cite
A., C. 1999. “Campiello finalisti e polemiche.” La Stampa, 1999. Cite
Righetti, D. 1999. “Boccazzi, Conti, Rea, Spinato, Vinci: i magnifici cinque del Campiello.” Corriere della sera, 1999. http://www.giampaolospinato.it/img/pressbook/1999_06_06_CORRIERE.pdf. Cite
Maramotti, D. 1999. “Il consiglio (Rubrica).” La Stampa - Tuttolibri. http://www.giampaolospinato.it/img/pressbook/1999_04_01_TUTTOLIBRI.pdf. Cite
La Stampa. 1999. “(Rubrica ‘Lettere al giornale’, a cura di Oreste del Buono),” 1999. Cite
Max. 1999. “I magnifici 10 di Max,” 1999. Cite
Di Mauro, E. 1999. “Cuore matto.” D - La Repubblica delle donne, 1999. http://www.giampaolospinato.it/img/pressbook/1999_03_02_D.pdf. Cite
Cacciatore, G. 1999. “Gli incantesimi della prima età.” Oggi Sicilia, 1999. http://www.giampaolospinato.it/img/pressbook/1999_03_18_OGGI_SICILIA.pdf. Cite
1999. Millefogli. Cite
V., S. 1999. “Un catalogo di amicizie femminili e storie viste con occhi di bambini.” Il Mattino, 1999. Cite
Paccagnini, E. 1999. “Guardando con gli occhi dei piccoli.” Il Sole 24 Ore, 1999. http://www.giampaolospinato.it/img/pressbook/1999_02_21_IL_SOLE_24_ORE.pdf. Cite
Libertà. 1999. “Cuore rovesciato di un bambino,” 1999. Cite
Bertello, A. 1999. “Un po’ avvocati, un po’ consulenti, spesso confidenti: chi sono gli agenti letterari? (2a parte).” InEdito, 1999. Cite
Gagliardo, C. 1999. “Monitor Libri/Marchio di qualità.” Glamour, 1999. Cite
“Narrativa: ‘Anteprima’ porta quella italiana nel mondo.” 1999. Adn Kronos. http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1999/02/12/Cultura/NARRATIVA-ANTEPRIMA-PORTA-QUELLA-ITALIANA-NEL-MONDO_191800.php. Cite
Siciliano, E. 1999. “Solo i bambini rifanno il mondo.” La Repubblica, 1999. http://www.giampaolospinato.it/img/pressbook/1999_02_24_REPUBBLICA.pdf. Cite
Abitare. 1999. “Ecco Gianpaolo, un bimbo dagli occhi sensibili…,” 1999. Cite
Amoroso, G. 1999. “Il passato che ritorna non concede evasioni.” Gazzetta del Sud, 1999. http://www.giampaolospinato.it/img/pressbook/1999_02_02_GAZZETTA_DEL_SUD.pdf. Cite
Bertello, A. 1999. “Parola di Giampaolo Spinato.” InEdito, 1999. Cite
Doninelli, L. 1999. “Prima che Milano diventasse una città da bere.” Il Giornale, 1999. http://www.giampaolospinato.it/img/pressbook/1999_01_27_IL_GIORNALE.pdf. Cite
Mondo, L. 1999. “Spinato: infanzia a rovescio.” La Stampa - Tuttolibri. http://www.giampaolospinato.it/img/pressbook/1999_01_28_TUTTOLIBRI.pdf. Cite
Marchetti, G. 1999. “Semplicemente scrittori.” Gazzetta di Parma, 1999. Cite

Il cuore rovesciato Il cuore rovesciato: romanzoGiampaolo Spinato; Mondadori 1999WorldCatLibraryThingGoogle BooksBookFinder 

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– Ma si può sapere poi cos’è ‘sto Regno?
– Il Regno è un posto dove puoi cambiare e
diventare un altro, dove puoi rifare tutto
quello che è successo… è un posto che
tutti lo vorrebbero ma solo io ho le chiavi
per entrarci dentro.
– Ma se sei un bambino…
– Appunto, solo noi possiamo rifare il mondo.
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Notte di Natale

Il coniglio nudo

Il coniglio nudo passava la notte di Natale nell’aceto. Era annegato fino al punto che non si poteva più resuscitarlo, anche se sarebbe stato bello.
Il bambino contento ci pensava ancora, mandava giù saliva e pensava anche che a furia di pensarci domani gli sarebbe passata la voglia di mangiarlo, che aveva altro da pensare e, nudo o vestito, era meglio smettere del tutto di pensarci, almeno per ora.
Era successo poco prima, in casa, mentre si preparava per uscire. Per non andare a farla nella turca giù in cortile aveva pisciato nel catino. Ma quando era andato per rovesciarla dentro il lavandino l’aveva visto. Così rosato, con le braccine e tutto, assomigliava a un bambino appena nato. Sua madre l’aveva messo a bagno per la festa in acqua e aceto. In quel momento era da solo lì in cucina, i suoi erano in camera da letto, e c’era anche sua sorella, là con loro, nel lettino.
Aveva spinto la pipì così com’era, calda fumante, sotto il lavandino e era rimasto lì a guardarlo, col mento sullo smalto, un braccio steso per toccarlo, i nervi tesi, a pelo d’acqua, con un dito, anche i dentini, che consistenza aveva, come reagiva, magari poteva rigirarlo.
Poi aveva sentito le campane, preoccupato, e si era vestito. Voleva fare in tempo a scendere nel sotterraneo insieme ai grandi per vedere quando si mettevano a suonare, magari gli lasciavano tirare la più piccola, almeno un giro. Chissà com’era, si chiedeva, mentre scampanavano solenni e s’immaginava le corde che salivano, scendevano e si arrotolavano per terra, che se magari uno non se ne accorgeva la corda-biscia lo poteva anche tirar su per la caviglia e fargli sbattere la testa su una trave della torre campanaria. Meglio non pensarci, si diceva, prima che si avvera. Ma chissà com’era una messa di Natale, cosa ci facevano di notte invece che di giorno in chiesa.
Per lui, sei anni, era la prima volta. Ma invece di vederla dalle panche doveva stare sull’altare, era di turno lui stasera, però era strano andare in chiesa con il buio e poi a quest’ora. E siccome continuavano a suonare si era affacciato per vedere il campanile, il suo profilo con le luci accese, e aveva cominciato a urlare:
Pà, mà, nevica!
Ssst, non gridare che tua sorella dorme…
Nevica! Io vado!, ripeteva, con un piede già sul terrazzino. Fissava i fiocchi, erano fitti, nascondevano anche i tetti: Mà, nevica, vaa-doo…
Non urlare ti ho detto, sentiva che diceva, sussurrava.
Ma da dove parli, mà, guarda che ti vedo dietro il vetro. E si appoggiò alla porta che separava la cucina dalla camera da letto per parlare anche lui piano attraverso la fessura: Muà, tui vuedo…
Copriti bene…
Suì, mua cuome puarli duentruo luo spuiragliuo…
Hai capito cosa che ti ho detto?!
Adduio, muamma, io uado uia per suempre…
Muccala con quel vocione, sei capace di parlare un po’ più piano?
No! Io vado!
Prendi su la sciarpa e il cappellino!
Ce li ho!, gridò, sgattaiolando dalla porta.
E i guanti, si raccomandava lei ancora, tirati su i guanti!
Ma lui stava già scendendo tutto emozionato per le scale, senza pensare al buio e al freddo, con il cappotto e il cappello rosso, aggrappato alla ringhiera per saltare più gradini che poteva.
In fondo alla seconda rampa si era appiattito contro il muro per spiare il cane del vicino che abitava in una cuccia proprio sotto il terrazzino. Era talmente abituato ai suoi abbaiamenti assatanati che gli pareva strano non sentirlo. Ma con tutta quella neve, forse stava già dormendo. Infatti si vedeva solo il naso nero e le nuvole di fiato che uscivano dal buco. Più quel brillio. Era la catena che strusciava sul terreno e lo teneva al fico.

Via libera, stavolta era legato.
Così era corso in mezzo al cortile con le braccia spalancate e la testa indietro ad aspettare il fiocco lontanissimo, oltre il mondo, oltre l’universo. L’aveva scelto, tra i milioni, nella curva immobile di punti bianchi, e lo fissava che sbandava, accelerava, grasso, enorme, l’unico davvero così grande. Emozionato da un terrore inventato, era scivolato giù in ginocchio e aveva creduto ormai di averlo perso, ma il fiocco, chissà poi da dove, era caduto, piatto, sulla punta della lingua, l’aveva ricevuto. Coi pugni chiusi dentro i guanti sollevati in alto e le campane ancora a tutto spiano si era rialzato. E mentre era lì, al centro, aveva controllato uno per uno i tetti delle case intorno. In particolare quello di fianco alla cascina, che poi era il tetto della pasticceria. Aveva tre camini nuovi ed era così alto che nascondeva il sole fino a mezzogiorno.
Li aveva guardati bene perché non erano camini come tutti gli altri, erano più larghi, di lamiera, appena messi, con i coperchi a punta, enormi. Però, possibile, stanotte erano immobili. Neanche un cigolio o un filo di fumo. Non si erano ancora visti gli abitanti che usavano i coperchi come cappellini da cinesi. Ma questo forse era già un bene. Voleva dire che dormivano o erano andati a farsi un giro per i tetti, spargendo tutt’intorno il solito odore di pasticcini appena cotti, che poi era la prova vera che esistevano, li aveva visti, lui, quei mostri, quando salivano dai tre camini e spiavano i dintorni dai bocchettoni larghi. Si mimetizzavano col fumo e aspettavano il momento buono per uscire, quando nessuno li poteva disturbare.
Lo diceva sempre anche a sua sorella quando rimanevano a fissarli, verso sera, aggrappati alla ringhiera. Anche lei una volta o l’altra li avrebbe visti, i mostri. E siccome lei piangeva e gli toccava consolarla, le diceva di non aver paura, c’era lui a difenderla, non ci pensava?
Lui lo sapeva che questa storia era inventata ma gli piaceva credere che fosse vera. Tanto che l’aveva raccontata anche in cortile e agli altri bambini era piaciuta. Solo una volta uno più grande che si dava un sacco di arie aveva detto che non ci credeva. E lui davanti a tutti aveva risposto: Perché c’hai paura. Da allora più nessuno aveva osato protestare. Anzi, proprio quello lì, tra tutti, si era dato un gran da fare quando tornavano a inventarci sopra.
Così era successo che pian piano nelle loro costruzioni, dai camini, gli esseri invisibili avevano invaso i tetti nascondendosi sotto le tegole, nei fili delle antenne, dentro le grondaie, i tubi, i buchi. E a partire dai tre coperchi larghi come cappellini da cinesi si erano disseminati nei collegamenti tra i punti alti sopra i tetti e quelli bassi che ogni tanto andavano a esplorare coi bastoni, nelle fessure delle fogne e dei tombini, persino nelle crepe sopra i sassi e sui terreni.
L’unica che ancora aveva da ridire era sua madre. Mai una volta che gli credesse quando parlavano tra loro sottovoce affacciati alla ringhiera e lui le raccontava degli esseri nascosti nei camini, dei baffi lunghi, gli occhi strani, di come si allungavano e accorciavano come fili neri sottilissimi. Erano invisibili, si sparpagliavano sui tetti, si moltiplicavano e sfrangiavano salendo verso l’alto, fitti. Partivano da tutto quello che capitava di incontrare sotto gli occhi, anche dagli uomini, dalla punta dei capelli. Bastava concentrarsi per vederli, dai vestiti, e se si guardava bene la pelle da vicino, anche dai pori.
Siccome lei, quando glielo raccontava, sospirava – Si può sapere cosa dici?, eh?, diceva, come ti vengono certe idee, come che te le inventi? – lui per convincerla insisteva:
Non ci credi? Sarà che tu non li puoi vedere, io invece sì. E puntava il dito verso i tre camini: Guardali bene, mà, fissali…
Ma cosa?
Dentro le fessure, sotto i coperchi…
Ma dai…
Almeno annusa, senti l’odore, sono nell’aria, non li senti?
Io sento solo odore di pasticcini.
Eh.
Ma dentro lì fanno la crema per i dolci, i cannoncini…
Ma come fai a non crederci, mà?
Perché non è vero.
Quello che dici tu è sempre vero, invece quello che dico io, no, diceva, e poi taceva, offeso, senza più guardarla.
Be’, cos’è, non parli più?
Lui, in silenzio, fissava giù in cortile la signora Rosa che a quell’ora della sera rincorreva le galline: Sciò, sciò, ü-valà !, sentiva che
diceva intanto che scrollava il grembiule da cucina.
Allora? Cos’è, ti sei incantato?
Stava lì, infilava e sfilava le ginocchia tra le sbarre e fissava il vuoto al di là della ringhiera, con la frase magica che gli ronzava nella testa: Sciò, sciò, ü-valà !, e il cane sotto che abbaiava.
Gli piaceva ascoltare quella cantilena, inseguire i fili con la mente, tentando di capire dove terminavano, da dove cominciavano. S’alzavano intrecciavano a milioni, una matassa luccicante di brillii sgranati. Scendevano e salivano, mossi dall’aria, tra le nuvole, oltre più oltre, verso un punto così lontano che bisognava stringere forte gli occhi e concentrarsi bene per riuscire a intravederlo, perché ogni volta che pensavi di raggiungerlo si spostava più lontano.
Finché una sera che erano appoggiati insieme alla ringhiera le aveva chiesto a bruciapelo: Mà, che cosa c’è dopo il cielo?
Come cosa c’è?
Eh. Cosa c’è dietro il mondo e il cielo?
Le stelle.
No, le stelle sono dentro il cielo… cosa c’è dopo, dico…
L’universo.
E dopo ancora?
Come dopo ancora?
Eh, il cielo è dentro l’universo, no, e l’universo dentro che cos’è?
Non lo so. L’universo è grande, l’ha creato Dio.
Dio è più grande dell’universo?
In un certo senso sì…
E c’ha dentro noi che siamo qui, la terra, il cielo con tutte le altre stelle e l’universo per intero?
Ma perché mi fai ‘sta domanda?
Tanto non mi credi, perciò non te lo dico.
Si era ammutolito, ma stavolta rideva sotto i baffi, si capiva che covava un suo segreto.
Allora?
Prima dimmi se ci credi…
A cosa?
Ai mostri nei camini…, guardandola, provocatorio, e ai fili che ti ho detto, e…, mentre si ritraeva tutto con le braccia al petto, ridacchiando, perché non lo toccasse: Tanto Dio non è più grande di tutto l’universo per intero, tu lo sai, non può mica essere più grande di tutto quello che ha creato messo insieme, lui sta in chiesa, dentro il tabernacolo, perciò è dentro il mondo che è dentro l’universo che è dentro…, cercava la parola, concitato, con gli occhi quasi chiusi, il mento avanti, la testa che vibrava sopra il collo: è dentro il Braun!, gridò.
Ti faccio vedere io, Braun, fila in casa.

IL CUORE ROVESCIATOCopertina "Il cuore rovesciato"
di Giampaolo Spinato
MONDADORI, MILANO, 1999, Sis (Scrittori italiani e Stranieri)



About Giampaolo Spinato

(Milano, 1960) ha pubblicato Pony Express (Einaudi, 1995), Il cuore rovesciato (Mondadori, Premio Selezione Campiello 1999), Di qua e di là dal cielo (Mondadori, 2001), Amici e nemici (Fazi, 2004), La vita nuova (Baldini Castoldi Dalai, 2008), La Bambina (Indie, 2014), La Gaia Meraviglia (Indie, 2019). Scrittore, giornalista freelance e docente universitario, scrive per il teatro e ha fondato Bartleby – Pratiche della Scrittura e della Lettura.

Rassegne Stampa – Pubblicazioni | Romanzi | Teatro

ANNUNCIO E CONGEDO PER UN NUOVO ROMANZO

ANNUNCIO E CONGEDO PER UN NUOVO ROMANZO

La BambinaSono lieto di annunciare la pubblicazione, a breve e in forma indipendente, del mio nuovo romanzo. Ringrazio i lettori, gli editor, le case editrici e tutti coloro che hanno condiviso fin qui il progetto e la ricerca di una vita accompagnando la pubblicazione di Pony Express (Einaudi, 1995), Il cuore rovesciato (Mondadori, 1999), Di qua e di là dal cielo (Mondadori, 2001), Amici e nemici (Fazi, 2004) e La vita nuova (Baldini Castoldi Dalai, 2008). Le ragioni che mi hanno convinto a questo congedo provvisorio dalla società letteraria hanno a che fare con l’attuale caduta in disgrazia dell’editoria con tutte le implicazioni che ne derivano, soprattutto per la visibilità di una letteratura di qualità e non omologata. Non avendo nè l’autorevolezza, nè gli strumenti per farlo, mi astengo dal giudicare le scelleratezze all’origine della crisi che attanaglia il sistema, di cui, per quello che mi riguarda, so di non essere complice. Prendo questa decisione, preoccupato come molti per le sorti della letteratura, con un po’ di apprensione e rincrescimento, constatando la resa di un sistema editoriale che annega nel provincialismo, come ben illustrato qui. Ma la prendo con serenità, senza piagnistei e senza vantare un elenco sterminato di rifiuti per costruirci un “caso”. Semplicemente, parafrasando Roberto Bolaño, non mi riconosco nel linguaggio di questo ambiente parallelo, nel quale ci si può imporre solo alzando la voce, cosa che non ho intenzione di fare. Al contrario di quanto spesso si afferma in polemiche sterili, posso testimoniare che la qualità della nostra tradizione editoriale è intatta e che conosco personalmente gli eredi dei Calvino e dei Vittorini. Lavorano, accanto ad altri, più scarsi, proprio in quelle case editrici che oggi non sanno più a quale santo votarsi per rialzarsi dalla crisi devastante che le ha messe in ginocchio e che hanno contribuito a creare. Per quanto mi consta, però, nello spasmo del doversi riscattare dall’abisso economico, il terno al lotto delle ragioni di vendita impedisce d’imperio agli operatori del settore (responsabili editoriali e agenti) persino di leggere i libri che intendono pubblicare, figuriamoci valutare contenuti, stili, “voci” e progetti. Per questo motivo, con solidale compassione, senza alcuna ironia, dico grazie agli editor delle grandi case editrici che hanno risposto, respingendo la proposta che mi appresto a pubblicare da solo, e ai colleghi che hanno preferito il silenzio alle lodi (“scrittura raffinata”, “immagini efficacissime”, “ci ha davvero colpito”, “ci ha messo in difficoltà”) corredate da imbarazzati richiami alle “difficoltà del momento in libreria”. Sono riconoscente, infine, agli agenti che si sono detti interessati, ve ne sono stati, ma non me la sento di finire in una griglia fotografica di “scrittori-polli d’allevamento”, partecipando all’ennesima, patetica farsa nella logica fatalista e demente dell’one-shot che, coi tempi che corrono, prevede un misero anticipo e un “vediamo come va” (il prodotto): sono questi il movente e l’arma del delitto precostituiti dei tanti omicidi editoriali perpetrati in questi anni. Per tutti, lettori, autori, editori, è il tempo della dignità. Della responsabilità. Nella speranza di ritrovarsi e ritrovarci, ognuno deve fare la sua parte. Nel mio piccolo, faccio la mia: Scritture in Attesa di Tempi Migliori è il titolo che mi piace dare all’ideale collana che ospiterà il nuovo lavoro. Almeno finché non sarò smentito da un nuovo incontro, una nuova, inaspettata meraviglia in cui la cultura sappia servirsi dei numeri e non viceversa.

Giampaolo Spinato

 


Scritture in Attesa di Tempi Migliori




About

Giampaolo Spinato

(Milano, 1960) ha pubblicato Pony Express (Einaudi, 1995), Il cuore rovesciato (Mondadori, Premio Selezione Campiello 1999), Di qua e di là dal cielo (Mondadori, 2001), Amici e nemici (Fazi, 2004), La vita nuova (Baldini Castoldi Dalai, 2008), La Bambina (Indie, 2014), La Gaia Meraviglia (Indie, 2019). Scrittore, giornalista freelance e docente universitario, scrive per il teatro e ha fondato Bartleby – Pratiche della Scrittura e della Lettura.

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Teatro

Giornalismo

  • Giornalista professionista, dal 1985 in poi ha collaborato, tra gli altri, con La Repubblica, L’Europeo, Cuore, Max, Societa’ Civile, Leggere, Rock Report (Videomusic), Il Giornale, Carnet, Linus, A, Oggi, Panorama, Chi e Visto; un elenco dei link alle testate e agli articoli qui.

    [Vedi anche Rassegne StampaPubblicazioni]

Miscellanea

  • Docente a contratto presso l’Università Cattolica di Milano (Scrittura creativa e Storytelling; Produzione di testi narrativi e drammaturgici per l’impresa), ha insegnato anche alla Bicocca (Storytelling e Giornalismo), al Politecnico (Scrittura Creativa e Design), alla Statale (Drammaturgia), allo IULM e alla Nuova Accademia di Belle Arti (Naba) di Milano, a Ca’ Foscari, allo IUAV di Venezia e all’Accademia di Belle Arti di Firenze. L’elenco delle docenze e degli insegnamenti è disponibile qui.

  • Ideatore del Progetto “Bartleby – Pratiche della scrittura e della lettura”, fin dai tempi della sua formazione si occupa di attività didattico-formative; ha svolto attività di consulenza inediti in collaborazione con la Luigi Bernabò Literary Agents Associates; dal 1995 conduce workshop e laboratori con interventi anche nelle scuole e collaborazioni con le Università; dal 2005 al 2015 ha diretto Bartleby Factory.

  • Nel 2002, nonostante la censura dell’Istituto Italiano di Cultura di Berlino (vedi Corriere della sera e Repubblica) il suo Da lontano vi uccidono coll’onda è stato presentato ad Heidelberg.

  • Online dai primi anni Novanta (grazie alle BBS, le lavagne antesignane di Internet), suoi interventi sono pubblicati su GiampaoloSpinato.it e blog quali Macchianera, Blogger di guerra e Satisfiction; un elenco degli articoli qui.

  • Un elenco periodicamente aggiornato di tutte le Pubblicazioni (letteratura, saggi, recensioni, contributi in rivista, performance, video, convegni, etc.) è disponibile all’indirizzo http://giampaolospinato.it/pubblicazioni/.

  • Le rassegne stampa, comprensive delle attività formative condotte all’interno del progetto Bartleby, e i repertori bibliografici suddivisi per titoli e settori sono reperibili qui.

Studi

  • Laureato in Discipline dello Spettacolo con una tesi di Inglese su Paul Auster presso la Facolta’ di Lettere e Filosofia di Bologna, ha fatto studi classici e teatrali, diplomandosi come assistente alla regia presso la Civica Scuola d’Arte Drammatica “Piccolo Teatro” di Milano.

Riconoscimenti

  • 2018: Amici e nemici, Primo Premio Sezione Testo Teatrale XVII Edizione Premio Inedito – Colline di Torino

  • 2013: Fuck Me(n). Studi sull’evoluzione del genere maschile, Miglior Monologo Premio Giovani Realtà del Teatro, Udine

  • 2010: è inserito nell’elenco degli idonei per l’assegnazione dell’incarico di Direttore della Scuola D’arte Drammatica “Paolo Grassi di Milano

  • 2008: Premio Isimbardi della Provincia di Milano nella Giornata della Riconoscenza.

  • 2005: L’assoluto innaturale – Il Dio Bambino, drammaturgia originale con mise en espace a cura di Bartleby Factory, è selezionato per la semifinale del Premio Dante Cappelletti (Castiglioncello)

  • 2002: insieme al gruppo milanese di “Città in Condominio” riceve al Teatro Litta il Premio Hystrio per la drammaturgia assegnato a Scrittori per la pace

  • 2001: B. è candidato, in finale, al Premio Riccione per il Teatro, e riceve la segnalazione della giuria

  • 1999: Il cuore rovesciato ottiene Premio Selezione Campiello ed è candidato, in finale, al Premio Alassio “Un autore per l’Europa”

  • 1996: Pony Express è candidato, in finale, al Premio Bergamo

  • 1984: targa d’oro del comune di Paderno Dugnano (Mi) per la tournèe di L’Anniversario e L’Orso di Anton Checov, spettacolo con cui si diploma presso la Civica Scuola d’Arte Drammatica “Piccolo Teatro di Milano”

Altre pubblicazioni

  • The Project and the Surprise: Invisible, ‘Sensitive Space’ and Meanings in Writing and Reading Stories. New Writing: The International Journal for the Practice and Theory of Creative Writing, 1–13. http://dx.doi.org/10.1080/14790726.2015.1016042

  • Appunti per un’intesa fra belligeranti, in L’Almanacco 2005 – Il teatro del racconto, ed. Portofranco, aprile 2005

  • Da lontano vi uccidono coll’onda (studio), testo teatrale, in A.A.V.V., Maratona di Milano – Il Giorno, ventiquattro scene di una giornata qualsiasi, catalogo dell’omonima manifestazione per Milano d’Estate, 2001

  • (on line) Rhyno’s Trip Hop, 2001, screenplay e Web Content Management

  • ha curato alcune voci del Dizionario dello spettacolo del ‘900, a cura di Felice Cappa e Piero Gelli, Milano, Baldini & Castoldi, 1998

  • Codice a barre, in Labranca Remix, Roma, Castelvecchi, 1997

  • Paul Auster – I romanzi di un ex giovane povero, articolo-saggio tratto da The New York Trilogy di Paul Auster, tesi di laurea, in Leggere, anno IX, n. 78, marzo 1996

  • Amazing Pulp, in Premio satira politica, Forte dei Marmi 1994, catalogo

  • Istruzioni per l’uso, prefazione a Bad Cat di Danilo Maramotti, Milano Libri – Rizzoli, 1994

  • B., in Idra G, Anabasi, 1993

  • racconti su varie riviste

[Vedi anche Rassegne StampaPubblicazioni]

Teatro (studi, reading e allestimenti)

  • Gli oggetti di alcuni fraintendimenti grandiosi, con gli allievi dell’Istituto Tecnico Commerciale A. Capitini di Agliana, Pistoia, Teatro Manzoni, 19 aprile 2005 (studio)

  • II IN – Che Classe!, di e con gli allievi dell’Istituto Pacinotti, Pistoia, Sala Gramsci, 20 aprile 2005 (studio-dimostrazione)

  • IC IGEA, di e con gli allievi dell’Istituto Pacini, Pistoia, Sala Gramsci, 13 maggio 2004 (dimostrazione pubblica)

  • II FN, di e con gli allievi dell’Istituto Pacinotti, Pistoia, Sala Gramsci, 12 maggio 2004 (spettacolo-dimostrazione)

  • Blu, Milano, Palazzo della Triennale, luglio 2005

  • Painful Business, Milano, Teatro Out Off, 29 marzo 2004, (studio)

  • God Bless America, Milano, Teatro Verdi, 15 febbraio 2003 (reading)

  • L’anniversario e L’orso, di Anton Cechov, Scuola d’arte drammatica “Piccolo Teatro di Milano”, Sala Azzurra, 1984

  • La stanza, di Harold Pinter, Scuola d’arte drammatica “Piccolo Teatro di Milano”, 1983

Docenze (Università, Accademie di Belle Arti)