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di Antonella Cro

[questo testo è stato letto da Silvia Gallerano al Teatro Out Off il 15 marzo 2004, nel corso della Serata Bartleby di Città in Condominio, seconda edizione]

***

Di sera l’odore diventa insostenibile. Impregnato tra i sedili e le porte, in ogni angolo del vagone. L’odore di centinaia di corpi.
Spio sul suo giornale, se ne accorge. Abbasso gli occhi.
Mai guardarsi in volto.
Le scarpe, quelle si. Guardare le scarpe.
Poi a un tratto, inaspettato, un suono. Lontano, stonato, un canto di corde di violino penetra in quell’immobilità .
Ha la faccia scura, densi baffi neri con le punte all’insù. E il ricordo di un altro paese appiccicato a quei baffi, ai passi cadenzati con cui accompagna la sua melodia orientale. Su e giù, per il vagone.
Penso, è incredibile che a qualcuno gli venga voglia di danzare, qui, dritto in mezzo a quest’equilibrio precario. Tra frenate e partenze.
E poi scompare. Così com’era arrivato, danzando, scende all’improvviso.
Rubo i loro odori.
Le donne le invidio, hanno un profumo così buono.
Alzo gli occhi se si accorgono che li osservo si immobilizzano non posso più spiare.
Seduta accanto a un inquilino del mio condominio, si toccano le braccia, i gomiti. Anche lui, fa finta di niente.
Ha il cappello abbassato fin sotto lo sguardo. Si copre la fronte, la faccia.

Le scale e il freddo.
E’ in piedi, all’uscita. Vende accendini.
Vado oltre.

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