Il caso «Heidelberg»

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Il caso «Heidelberg»

24.04.02
Repubblica
Tangentopoli in palcoscenico ma non va esportata all’estero – Franco Quadri

Spettacoli & TV

Brescia,”Giudici” , testo che allude ai fatti italiani di oggi
Tangentopoli in palcoscenico ma non va esportata all’estero

BRESCIA -Tornerà la censura sul teatro? Qualche sintomo fa temere una lista di temi tabù, come quello della giustizia, anche se Giudici, scritto e diretto da Renato Gabrielli, è potuto andare regolarmente in scena allo Stabile di Brescia. Suggerito da Tangentopoli, il testo sogna in piena libertà con una fantasia surrealista in salsa gogoliana, mischiando richiami attuali con citazioni addirittura da Aristofane in un linguaggio per sigle e gustosi inglesismi. L’ex pm Filippo Cleoni, in preda a ossessione punitiva e accusato di voler «far rispettare la legge anche ai ricchi», vive internato come un folle nella casa-azienda del cognato dottor Barnaba Belloni da Buccinasco per impedirgli di indagare su un’attività nata dal riciclaggio di denaro sporco, con assistente mafioso, conti segreti ad Andorra, eccetera. Allusioni a parte, il contesto è fantasioso, con l’azione arrampicata sulla facciata obliqua di una casa, tra spot, sesso e terapie, e finto processo a un extracomunitario polacco travestito da cane: forse un eccesso di carne al fuoco, ma anche una sicura intelligenza nel prospettare i suoi temi e la nostra crisi, espressa con stile e divertimento da Giuseppe Battiston, Elena Callegari, Sandra Toffolatti, Leonardo De Colle, Francesca Caratozzolo e Giovanni Battista Storti, cane polacco e già attore di Kantor.
E’ un lavoro di qualità che giustifica l’invito dello spettacolo alla 19esima Mostra mercato di drammaturgia contemporanea organizzata dal teatro tedesco di Heidelberg, dedicata quest’anno all’Italia. Ma, letta la pièce, l’Istituto italiano di Cultura di Stoccarda ha ritirato il già garantito finanziamento di 3.500 euro, perché il testo proporrebbe «un’immagine inadeguata, falsata, negativa delle condizioni del nostro paese», come ha dichiarato la direttrice dottoressa Cuffaro, dopo aver sentito il ministero degli Esteri, molto interessato, ad interim, ai problemi della giustizia.
Analogo dissenso ha accolto Da lontano ti uccidono con l’onda di Giampaolo Spinato, scelto per essere dato lo stesso giorno in forma di performance: un lavoro di forte suggestione nel missare la voce di un mendicante con le parole della città, incamerando rigurgiti scespiriani e, ahimé, l’inevitabile cenno al Cavaliere. Ottenuto anche il no della nostra ambasciata, il sovrintendente Gunter Beelitz è riuscito a trovare uno sponsor privato, salvando la manifestazione, che conterà anche su letture di opere di Luca de Bei, Pia Fontana, Fausto Paravidino, tutti concorrenti al Premio Europeo di Drammaturgia, e su una rappresentazione di Novecento di Baricco. Ma guai à chi esporta panni sporchi e il cavalier Banana.


17.04.02
Corriere della Sera
Germania, diventa un caso l’opera sui giudici italiani – Paolo Valentino

Spettacoli & TV

TEATRO L’Istituto di cultura di Stoccarda sospende il patrocinio e il finanziamento al festival di Heidelberg
Gemania, diventa un caso l’opera sui giudici italiani
Da Berlino replica l’ambasciata: nessuna censura, c’è soltanto scarsa disponibilità finanziaria

BERLINO- L’Istituto italiano di cultura di Stoccarda avrebbe ritirato il patrocinio e il sostegno finanziario, già assicurato, a un festival teatrale di Heidelberg, perché una delle «pièce» previste in cartellone dagli organizzatori, denuncia una crescente influenza della politica sull’amministrazione della giustizia e l’interpretazione delle leggi in Italia.
Lo affermano i responsabili del teatro della città tedesca, adombrando una sorta di censura politica da parte del governo italiano. Una lettura contestata da fonti dell’ambasciata del nostro Paese a Berlino, secondo cui la ragione principale del ritiro della sponsorizzazione è da ricercarsi «nelle scarse disponibilità finanziarie» delle rappresentanze all’estero, che spingono verso una più severa selezione degli avvenimenti culturali da appoggiare.
Ambienti diplomatici ammettono, tuttavia, che l’opera italiana in programma ad Heidelberg «contiene molte tesi gratuite e prive di fondamento».
La rassegna «Heidelberg Stueckemarkt» ha un bilancio annuale pari a circa 150 mila euro. Di questi, spiega al Corriere il sovrintendente, Guenter Beelitz, «circa 3500 erano già stati promessi per iscritto» dall’Istituto italiano di cultura di Stoccarda.
Inoltre, nello scorso febbraio, Beelitz aveva illustrato il suo progetto anche all’ambasciatore d’Italia a Berlino, Silvio Fagiolo. La manifestazione tedesca ha infatti ogni anno un Paese ospite: l’anno scorso era toccato alla Francia, quest’anno a noi. «Un colloquio molto amichevole», spiega il sovrintendente, secondo il quale il nostro rappresentante si sarebbe impegnato, senza però poter promettere nulla di concreto, a cercare, per quanto possibile, altre forme di contributi per il suo festival.
Quando però Beelitz ha presentato la lista delle opere in cartellone, tutto è cambiato. Nell’elenco era stato infatti inserito «Giudici», un lavoro di Renato Gabrielli, attualmente in programmazione al Teatro Stabile di Brescia. «Una farsa amara sullo stato della giustizia in Italia», dice l’operatore tedesco. Un’altra scelta contestata sarebbe stata quella di far precedere un dibattito sullo stato del teatro in Italia, dal monologo di un mendicante senzatetto, tratto dalla pièce di Giampaolo Spinato, «Da lontano vi uccidono con l’onda». Racconta Beelitz: «Dopo che abbiamo presentato il programma, la responsabile dell’Istituto di Stoccarda mi ha telefonato per spiegarmi che, a causa della decisione di allestire “Giudici”, doveva purtroppo ritirare il sostegno e il finanziamento, perché il ministero degli Esteri non era d’accordo con questa nostra scelta».
E aggiunge: «Purtroppo, non posso sospettare altro che ragioni politiche, un’influenza che da noi sarebbe inaccettabile». La decisione italiana, presa all’inizio di aprile, cioè a un mese dall’inizio del festival, avrebbe messo in pericolo l’intero programma dedicato all’Italia. Ma, secondo il sovrintendente, grazie all’intervento di uno sponsor privato sarà possibile andare avanti lo stesso, inclusa la rappresentazione di «Giudici».
Le fonti dell’ambasciata ricordano però che, «alla luce delle attuali difficoltà finanziarie, occorre purtroppo rinunciare a qualcosa nel campo delle sponsorizzazioni culturali». E la «gratuità e la parzialità » delle tesi, sostenute nel lavoro proposto per la rassegna tedesca, non devono essere state d’aiuto.

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