I nuovi scrittori raccontano Milano

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14.12.03
Repubblica
I nuovi Scrittori raccontano Milano – Anna Bandettini

All’Out Off da domani riprendono gli incontri di “Città in condominio”
I nuovi Scrittori raccontano Milano

UN BICCHIERE di vino, qualche chiacchiera con gli scrittori, letture di testi e un clima molto informale di incontro e scambio di opinioni. Più o meno e così che si svolge per il pubblico una serata di Città in condominio, l’originale progetto di un gruppo di scrittori, chi già famoso chi esordiente, arrivato al secondo anno di vita, e che sempre all’Out Off di via Duprè 4 riprende il nuovo corso domani sera (alle 21, ingresso libero, info: 02/39262282).
L’idea del progetto potrà apparire curiosa, ma è decisamente meritorio: riflettere sulla città, Milano tanto per cominciare, trovando i linguaggi e le scritture per raccontarla. «il nostro gruppo, noi che abbiamo messo in piedi l’iniziativa del ‘condominio’ voglio dire, siamo tutti scrittori dunque ci interessa esplorare la scrittura del presente – spiega Roberto Traversi, uno degli scrittori coinvolti insieme a Mauro Carli, Renata Ciaravino, Carlo Gabardini, Renato Gabrielli, Renata Molinari, Giampaolo Spinato e Tommaso Urselli – Ma visto che la scrittura rinchiusa nella sua torre d’avorio non ha più ragione d’essere, abbiamo voluto creare uno spazio aperto, di incroci, incontri, passaggi, il condominio appunto, tra autori e autori e tra autori e pubblico». Gli spettatori, infatti, assistono a brevi letture di testi che di serata in serata vengono presentati dagli autori: per questa edizione gli incontri sono dieci, il lunedì, a partire da domani, e poi il 19 e 26 gennaio, il 2 e 9 febbraio e in marzo il 1°,8,15,22,29. In ogni incontro l’autore o magari un attore legge il testo, poi visto che ogni autore porta anche una bottiglia di vino se ne parla in modo conviviale. In più il condominio si affolla di ospiti: altri scrittori che ogni autore ha scelto di invitare.Tra questi arriveranno Walter Fontana, Egidia Bruno, France¬sca Perilli e Claudio Raimondo, Mauro Carli, anche loro disposti a mettersi in gioco. «I testi che vengono letti non sono infatti prodotti finiti, né spettacoli veri – conclude Traverso – ma qualcosa che si muove, polaroid in movimento. Ma è importante anche questo: importante che lo spettatore non viva la scrittura come qualcosa di eccezionale, ma qualcosa che è lì e si può modificare davanti ai suoi occhi».

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