Germania, diventa un caso l’opera sui giudici italiani

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17.04.02
Corriere della Sera
Germania, diventa un caso l’opera sui giudici italiani – Paolo Valentino

Spettacoli & TV

TEATRO L’Istituto di cultura di Stoccarda sospende il patrocinio e il finanziamento al festival di Heidelberg
Gemania, diventa un caso l’opera sui giudici italiani
Da Berlino replica l’ambasciata: nessuna censura, c’è soltanto scarsa disponibilità finanziaria

BERLINO- L’Istituto italiano di cultura di Stoccarda avrebbe ritirato il patrocinio e il sostegno finanziario, già assicurato, a un festival teatrale di Heidelberg, perché una delle «pièce» previste in cartellone dagli organizzatori, denuncia una crescente influenza della politica sull’amministrazione della giustizia e l’interpretazione delle leggi in Italia.
Lo affermano i responsabili del teatro della città tedesca, adombrando una sorta di censura politica da parte del governo italiano. Una lettura contestata da fonti dell’ambasciata del nostro Paese a Berlino, secondo cui la ragione principale del ritiro della sponsorizzazione è da ricercarsi «nelle scarse disponibilità finanziarie» delle rappresentanze all’estero, che spingono verso una più severa selezione degli avvenimenti culturali da appoggiare.
Ambienti diplomatici ammettono, tuttavia, che l’opera italiana in programma ad Heidelberg «contiene molte tesi gratuite e prive di fondamento».
La rassegna «Heidelberg Stueckemarkt» ha un bilancio annuale pari a circa 150 mila euro. Di questi, spiega al Corriere il sovrintendente, Guenter Beelitz, «circa 3500 erano già stati promessi per iscritto» dall’Istituto italiano di cultura di Stoccarda.
Inoltre, nello scorso febbraio, Beelitz aveva illustrato il suo progetto anche all’ambasciatore d’Italia a Berlino, Silvio Fagiolo. La manifestazione tedesca ha infatti ogni anno un Paese ospite: l’anno scorso era toccato alla Francia, quest’anno a noi. «Un colloquio molto amichevole», spiega il sovrintendente, secondo il quale il nostro rappresentante si sarebbe impegnato, senza però poter promettere nulla di concreto, a cercare, per quanto possibile, altre forme di contributi per il suo festival.
Quando però Beelitz ha presentato la lista delle opere in cartellone, tutto è cambiato. Nell’elenco era stato infatti inserito «Giudici», un lavoro di Renato Gabrielli, attualmente in programmazione al Teatro Stabile di Brescia. «Una farsa amara sullo stato della giustizia in Italia», dice l’operatore tedesco. Un’altra scelta contestata sarebbe stata quella di far precedere un dibattito sullo stato del teatro in Italia, dal monologo di un mendicante senzatetto, tratto dalla pièce di Giampaolo Spinato, «Da lontano vi uccidono con l’onda». Racconta Beelitz: «Dopo che abbiamo presentato il programma, la responsabile dell’Istituto di Stoccarda mi ha telefonato per spiegarmi che, a causa della decisione di allestire “Giudici”, doveva purtroppo ritirare il sostegno e il finanziamento, perché il ministero degli Esteri non era d’accordo con questa nostra scelta».
E aggiunge: «Purtroppo, non posso sospettare altro che ragioni politiche, un’influenza che da noi sarebbe inaccettabile». La decisione italiana, presa all’inizio di aprile, cioè a un mese dall’inizio del festival, avrebbe messo in pericolo l’intero programma dedicato all’Italia. Ma, secondo il sovrintendente, grazie all’intervento di uno sponsor privato sarà possibile andare avanti lo stesso, inclusa la rappresentazione di «Giudici».
Le fonti dell’ambasciata ricordano però che, «alla luce delle attuali difficoltà finanziarie, occorre purtroppo rinunciare a qualcosa nel campo delle sponsorizzazioni culturali». E la «gratuità e la parzialità » delle tesi, sostenute nel lavoro proposto per la rassegna tedesca, non devono essere state d’aiuto.

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