FIENO E FIELE

Spread the love

FIENO E FIELE

 

La trappa gigliata che ce l’ha coi populismi

di Giampaolo Spinato

“Mal di pancia” è il concetto intestinale che ridonda ne­i proclami contro i populismi. Il populista, si dice, intercetta frustrazioni, paure, insoddisfazioni, insomma, i “mal di pancia” della gente. E, sbocconcellando tra un’ospitata televisiva e l’altra questo stereotipo consunto, in molti nel nostro Paese si improvvisano esperti conoscitori di un fenomeno altrettanto vecchio.

Poi però si scopre che molti di questi specialisti sono davvero cresciuti a pane e demagogia, una scuola politica che ha avariato la natura del Partito Democratico fino all’annichilimento del dissenso interno. Fra di loro spiccano quei cloni militarizzati appartenenti alla servile truppa renziana che, oltre ad avere abusato a suo tempo dei rancori più viscerali (non abbiamo dimenticato gli argomenti di certa sinistra contro Berlusconi contrapposti a quelli del Cavaliere contro i comunisti, vero?), agitano adesso l’allarmistico spauracchio dell’“andare alla ventura” per avvertirci dell’inevitabile sciagura che ci aspetta qualora nell’orientamento politico del Paese prendessero il sopravvento figure e formazioni politiche che darebbero espressione, appunto, a quei “movimenti intestinali”.

Si riferiscono a Grillo a al M5S, naturalmente. Ma anche a Salvini. E non si attardano – per pigrizia o ignoranza? – in distinzioni fra demagogia e populismi nelle variabili autoritarie, conservatrici, di destra e persino di sinistra o democratico-costituzionale, dimenticando che nel 2008 la stampa americana, per le più diverse e incongrue ragioni, riuscì a mettere sotto la stessa egida di populisti tutti insieme appassionatamente: Obama e George W. Bush, ma anche Hillary Clinton, John Mc Cain e Sarah Palin.

Dunque, a corto di argomenti (o forse vedovi della – tardiva?, sciagurata? – consulenza di un Jim Messina), questi “giovani favolosi” che, in cambio di prebende, hanno prestato voto di sottomissione alla trappa gigliata dell’ex-Primo Ministro, vanno sparando a palle incatenate contro Grillo e Salvini, liquidandoli con gnagne da apericena come demagoghi o populisti. L’uso disinvolto che fanno di questa etichetta lascia intendere, però, che pupulisti siano sempre gli altri, ovvero chi, non avendo la loro tradizione politica alle spalle o, come loro, partecipazioni pregresse a spartizioni e consorterie, si candiderebbe, sempre secondo loro, a precipitare nel baratro il Paese.

Accosto volutamente qui due leader, Grillo e Salvini, anche se sospetto che nessuno fra i rispettivi fan, nemmeno i più accaniti, digerirebbe mai di vederli “insieme” nonostante gli strumentali apparentamenti insinuati dai loro detrattori. Lo faccio per mettere a fuoco in quale scarsità di argomenti annaspino ormai i vinti quando recitano la parte degli allarmisti.

vinti, sì. Perché sono loro, a questo punto, quelli col vero “mal di pancia”, gli angosciati. Quelli del “dopo di noi il nulla”. Gli esponenti di una perpetua senile gioventù che, capitanata da Renzi, in mille giorni, dopo essersi accaparrata posizioni e posti, con il suo stucchevole e offensivo culto per lo StorySelling ha finito per ostruire di fiele il duodeno degli italiani che trattavano da sudditi, riempiendo di fieno la cascina di quelli da cui si sentono minacciati e che adesso chiamano populisti.

Parafrasando il proverbio: Roma non fu regalata solo una volta.


About Giampaolo Spinato

(Milano, 1960) ha pubblicato Pony Express (Einaudi, 1995), Il cuore rovesciato (Mondadori, Premio Selezione Campiello 1999), Di qua e di là dal cielo (Mondadori, 2001), Amici e nemici (Fazi, 2004), La vita nuova (Baldini Castoldi Dalai, 2008). Scrittore, giornalista freelance e docente universitario, scrive per il teatro e ha fondato Bartleby – Pratiche della Scrittura e della Lettura.

Rassegne Stampa – Pubblicazioni | Romanzi | Teatro

3 risposte a “FIENO E FIELE”

Lascia un commento