Fakes & Forgeries*

Spread the love

Nuove mode sul Web

(Di statistiche, grafici, numeri
e altri calcoli disciplinatori)

:::

Stats.
– Vanno per la maggiore sui siti e sui Blog. E GiampaoloSpinato.it non
si tira indietro: ne ha testati almeno una decina, tra visibili e invisibili,
di ben tre diversi “tracciatori” on line. Sono quei “bottoncini”,
normalmente scritti in codice JavaScript, rilasciati da un
nutritissmo esercito di siti “statistici” che, fiutata la
“penetrabilità ” del target, si contendono il nuovo mercato delle
solitudini on line, ammantando di una gratificante
patina di marketing quella che spesso si rivela essere
solo una conta da cortile.

Come funzionano.
Scegli uno di questi servizi. Ti registri, copi
il codice, lo inserisci sulle pagine che intendi monitorare, e
da quel momento in poi i “bottoncini” tracciano il numero
di visitatori o di click sulle pagine del sito che ne sono provviste.
Il tutto, naturalmente, gratis. Con la possibilità di
vedere chi va e chi viene dalle tue pagine su grafici
(suddivisi per orari, giorni, settimane, mesi, anni; ma per i
secoli bisognerà, ahi-mè!, aspettare ancora un po’), raccogliendo
anche qualche informazione aggiuntiva tipo IP, paese di provenienza,
sistema operativo, etc.

A cosa servono?
Le anime “belle” (per fortuna ancora tante, vista la
diffusione incredibile dei “bottoncini” che campeggiano
stentorei persino sui blog condominiali) le adoperano per sapere
chi li cerca, da dove viene, etc. Ma, come tutti i prodotti gratuiti,
anche gli STATS (da notare l’anelito vezzeggiativo che “anima”
il simpatico nomignolo) raccontano una solenne mistificazione:


1. sfruttano il reale desiderio-bisogno di contatto
2. vellicano il narcisitico bisogno di contatto
3. colludono con entrambi questi stati emotivi per disciplinare
i comportamenti dell’utenza

A che scopo e come:

1 # veicolare traffico sui propri siti, dove
le più sofisticate, e verosimilmente più efficaci opzioni
di monitoraggio risultano a pagamento
2 # trasformando il desiderio di cui al punto 1 in coazione a ripetere
o atto compulsivo (della serie: “vieni a vedere quanti ti cliccano…”)
3 # per poter stoccare incalcolabili quantità di dati sul traffico rivendibili
alle aziende.

Se esistono investitori disposti a sborsare ingenti quantità
di danaro per queste informazioni, vuol dire che l'”Economia
di Mercato” avrà le sue buone ragioni. Le stesse che animano
le consociate “anime belle” dell’altra sponda, cioè i procacciatori
di “informazioni”: nonostante la natura parassitaria di tale
impresa, si tratta pur sempre di “iniziativa imprenditoriale” che
anima un “sano” sviluppo del “Libero Mercato”. Peccato che
quasi tutte le categorie che reggono questa giustificazione
razionale, cioè tutte le parole tra virgolette, siano totem
e tabù
a loro volta intrisi di mistificazione.

Quello che pare sempre più evidente – e l’esempio degli
innocui e simpatici Stats lo conferma – è la nudità ostentata
del marketing e delle sue strategie, da tempo ormai non più
rivolte al “prodotto-merce” come oggetto ma al desiderio
e all’invisibile come mappe d’occupazione.

Ma… c’è un ma.
E riguarda sia gli utenti (cioè
noi) che i committenti, cioè chi vuole venderci qualcosa. La
statistica è scienza sempre più inesatta, come raccontano
sempre più spesso gli isterici voltafaccia di chi, molto
in alto, calibra le proprie dichiarazioni sull’altalena
sempre più bizzarra dei sondaggi. GiampaoloSpinato.it ha
a sua volta monitorato, a titolo esemplificativo, il
comportamento dei simpatici bottoncini e delle rassicuranti
pagine statistiche a portata anche della famosa massaia di
Voghera. E, nel suo piccolo, ha esperito e trovato alcuni
modi per demistificare anche questa attrazione
fatale, scoperchiandone le meccaniche. L’idea è quella di sempre:
servirsi dello strumento e non “servirlo”. (continua…)

17.04.03

*Prendo a prestito il bellissimo titolo di un saggio, Fakes and
Forgeries”
, appunto (“Inganni e falsificazioni”), pubblicato su “Versus
– Quaderni di studi semiotici”, n. 46 (gennaio-aprile 1987, p. 3), e
scritto da… ebbene sì: Umberto Eco.

Lascia un commento