Amori via radio del «Messaggero Delta Uno»

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14.01.1988
L’Unità
Maria Paola Cavallazzi

Il foyer del Teatro Litta è attrezzato con vecchi pneumatici e finte strisce d’asfalto:
al centro un giovane pony express, seduto sulla moto, dialoga via radio con la sua Centrale, la ragazza che con voce soave smista i compiti tra i fattorini motorizzati. Si recita Motoradiotaxi, testo di Giampaolo Spinato, regia di Cristina Pezzoli, interpreti Pietro Farneti e Paola Salvi. Lo spettacolo inaugura la rassegna «Punto di fuga», che propone spettacoli di giovani artisti in orari inconsueti, il lunedì sera e il tardo pomeriggio.
Tra il «Messaggero Delta Uno» e la centralinista è scoppiato un amore a distanza (l’idea riprende vagamente Victoria Station di Harold Pinter) e i due si scambiano, via radio, ricordi infantili e fantasie, non il nome, pero, né l’indirizzo.
Avviene così che i due ragazzi che non si sono mai visti si incontrino fuori del lavoro:
subito si amano, ma il loro amore reale consumato in rapidi amplessi su una poltrona,
è molto meno bello dell’amore radiofonico: non si capiscono, non hanno gli stessi gusti, non si parlano, si picchiano. Non sanno di stare litigando con la persona dei loro sogni, la voce dolce che rende meno dure le ore di lavoro.
La colonna sonora mischia soft-rock e Pavarotti, l’azione si svolge in più luoghi deputati, la panchina al parco, la vecchia scrivania nell’ufficio della centralinista, la casa davanti alla tivù. Gli interpreti corrono da un luogo all’altro, l’azione è rapida, come rapidissime, secche, sono le battute che si distendono liricamente nel momento del sogno, quando il pony express immagina di poter ancora vedere il cielo, nella giungla d’asfalto. Ma i sogni e la realtà, in Motoradiotaxi, sembrano non incontrarsi mai.

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